di Giuseppe Manfridi
con Alessia Fabiani e Claudio Zarlocchi
regia Francesco Branchetti
Uno scapolo viene ucciso nel suo appartamento che aveva trasformato in una
piccola garconnière. Mentre le indagini proseguono, un uomo e una donna si
incontrano sul luogo del delitto. Davanti ai loro occhi si presenta una sagoma di
gesso. Lui, introverso, oppresso dalla rabbia e dall’ansia, scultore e amministratore
dello stabile, lei misteriosa, intrigante e piena di sé.
E’ una commedia, che vive dei suoi personaggi, dei loro caratteri, che più diversi
non potrebbero essere, delle loro manie, tic, ossessioni e del gioco che tra loro si
viene a creare. Un meccanismo perverso di seduzione? Plagio? Complicità forse?
I colpi di scena sono molti e i due personaggi ci conducono in un misterioso
balletto, in un clima che oscilla tra il comico e il grottesco, il poetico e talvolta
l’assurdo; fino a quando sprofondano in un vortice creato da loro stessi e dal
mondo di valori e stili di vita che hanno abbracciato, dal quale solo il colpo di
scena finale ci farà uscire.
La regia intende restituire al testo di Manfridi la capacità straordinaria di
indagare due personaggi complessi e fuori dall’ordinario come quelli di “Una
stanza al buio” e di farlo senza dimenticare humour e ironia; scene e
musiche daranno un apporto fondamentale a questo viaggio dei due universi,
opposti e talvolta complementari di cui sono portavoce i personaggi di questa
pièce.”